Sanremo 2015: Quarta e Quinta Serata - Il Finale


E così, anche quest'anno, Sanremo è finito. Dopo una settimana di passione, leggerezza, critiche, applausi, fiori, luci, lustrini, voci, sguardi e note finalmente ora possiamo dedicarci all'ascolto dei nuovi album, appena usciti, dei partecipanti al Festival; ma non senza dare uno sguardo a quello che è successo nelle ultime due serate.
Senza dubbio, riascoltare le canzoni in gara, è una pratica che chiarisce le idee, sia per chi ne avesse già una precisa, sia per chi fosse ancora in dubbio sulle sue preferite; e così è avvenuto. Personalmente ho solo precisato qualche mia impressione riguardo ad alcuni degli artisti in gara: la canzone di Chiara, per esempio, la trovo sempre più bella ad ogni ascolto; se la prima impressione su quelle fioriture dal sapore molto popolare (quale però deve essere la fioritura) con cui Chiara arricchisce l'inciso non era stata proprio entusiasmante, ora devo ammettere che le trovo irrinunciabili nel contesto del brano.
Libera di Anna Tatangelo è anch'essa sempre più convincente e sono davvero curioso di ascoltare il suo album per intero, così come quelli di Irene Grandi, Chiara (sebbene sia una riedizione) e Nina Zilli.

Altra precisazione importante è sul brano di Malika: il fatto di essere in disaccordo con il resto della critica accreditata mi pone sempre in una posizione di dubbio e quindi di indagine, così il web mi ha dato qualche risposta.
Primaditutto ho chiesto un po' in giro ad amici e conoscenti quale fosse, secondo loro, il significato della canzone, ebbene, come mi aspettavo le risposte non sono state univoche; se da un lato alcuni l'hanno trovata profonda, di grande spessore, e un po' triste, per altri invece questa ha un contenuto positivo. La divergenza di opinioni è ovviamente causata, più che dalla scrittura del pezzo dall'interpretazione superficiale di Malika, la quale sta effettivamente cantando della fine di una relazione che si è logorata nella quotidianità, ma lo fa con quella sua voce leggera, rotonda, autocompiaciuta, che non dà peso alle parole e ci allontana sempre più dal significato vero della canzone.
Chi avrebbe, invece, mai potuto equivocare il significato della canzone di Chiara? o di quella di Anna Tatangelo? Nessuno, perché loro interpretano in modo più sottile anche la positività e la leggerezza contenute nelle loro canzoni.
Non amo, di solito, fare l'esegesi del testo di una canzone; questa può anche essere 'solamente' un grido di gioia, o il racconto di qualcosa di bello, o il respiro di un cuore colmo di Amore e Bellezza (la stessa Nel Blu Dipinto Di Blu si può annoverare tra queste); non cerco altro in una canzone. Sicuramente ci sono canzoni splendide che raccontano attraverso sfumature più profonde i sentimenti o le storie, o l'impegno sociale dei loro autori (è il caso della meravigliosa A Bocca Chiusa di Daniele Silvestri -per restare in 'area Sanremo'- che mi aveva commosso fino alle lacrime), ma per me il significato della canzone non è assolutamente un valore aggiunto.
L'unico valore aggiunto è l'emozione.
Purtroppo, però in questo caso, la sua interprete ha completamente sovvertito il significato del pezzo, per cui un'esegesi è quantomeno doverosa.

Passando alla classifica, invece, è molto interessante, leggendo i dati ufficiali di televoto, giuria demoscopica e sala stampa (pubblicati su Wikipedia), analizzare le molte discrepanze tra le tre giurie: per il pubblico televotante Malika sarebbe finita -senza rimedio- tra le quattro escluse, mentre per la sala stampa sarebbe stata la vincitrice.
Chissà -in tutto questo- quanto ci sia lo zampino della Caselli? Certo è fin troppo facile notare quanto i suoi tre protetti in questo Sanremo siano stati letteralmente (e ingiustamente) osannati dalla critica; a partire da Malika (per cui la sala stampa è sempre stata unanimamente a favore), passando per Giovanni Caccamo (che tra i giovani ha stravinto, pur con la sua intonazione discutibile e la sua canzoncina banalissima), fino al temibile Federico Paciotti, perfetto sconosciuto, che è stato trattato come un super-ospite, incensato da Conti, dal direttore del Conservatorio di Santa Cecilia, e che ha ridotto a brandelli due brani del povero amato Puccini. Imperdonabile.
Comunque sia, non è un dato bello, questo, per Malika: un Artista vero deve avere la capacità di comunicare al pubblico come alla critica allo stesso modo, deve essere necessariamente trasversale; e, scorrendo i dati di Wikipedia, notiamo quali siano gli artisti apprezzati da tutte e tre le giurie, e posizionati sempre nelle zone alte delle classifiche: Nek, Chiara, Annalisa, Nina Zilli e Il Volo.
Stesso discorso vale per Lorenzo Fragola e i Dear Jack, vincitori assoluti per il televoto, ma esclusi secondo sala stampa e giuria degli esperti, classico esempio di prodotto stra-popolare ma privo di qualità e contenuti.

Vincente, si era già detto, la formula della conduzione asciutta e serrata, ma decisamente troppi interventi comici (la maggior parte dei quali inutili) e, forse, poco spazio alle pur famose co-conduttrici. Bella -tuttosommato- la selezione degli ospiti stranieri, pur con qualche 'eccedenza' e con la gravissima disattenzione riservata ai poveri Saint Motel il cui microfono non ha funzionato per tre quarti della canzone e che sono stati intervistati su quello che avevano mangiato a pranzo; bellissima, invece, la performance di Ed Sheeran, cantautore tra i più interessanti della scena britannica.

La Nannini, invece, non ha fatto una bella esibizione; probabilmente un po' 'alterata' da qualche 'antidolorifico' o forse 'anestetizzante', non è stata all'altezza di sé stessa (come non lo è questo Hitalia, una sorta di karaoke-rock banalissimo e sterile).

Riguardo a Il Volo, ormai sulla bocca di tutti, mi sembra doveroso sottolineare che i ragazzi sono davvero bravi, Ignazio Boschetto due spanne sopra tutti (soprattutto di Pietro Barone che è il meno convincente dei tre); la sua voce limpida e potente, ma anche delicata e struggente darà ancora grandi emozioni, ne sono sicuro. Inoltre i tre ragazzi hanno già alle spalle una discografia molto interessante e il loro primo album (Il Volo 2010) ha in sé una serie di pezzi dal grande respiro internazionale cantati davvero molto bene, e non solo alla ricerca dell'ostentazione dell'acuto finale.
È molto facile, per chi non capisce la differenza tra una bella voce e un tenoraccio pompato, criticarli e trattarli con sufficienza, dire che sono vecchi e che non hanno portato nulla di nuovo. Io trovo che legarsi alla tradizione sia un modo più difficile per portare qualcosa di nuovo, e che loro, partendo dal tradizionale belcanto italiano (così apprezzato in America, mentre qui appena spunta qualcuno che canti davvero bene, si dice che 'canta troppo') siano sulla buona strada per poter dire qualcosa di diverso, inserendosi nel filone inaugurato da Josh Groban che mescola sapientemente belcanto, musical e pop contemporaneo.
I tre hanno inoltre partecipato a diversi concerti di Barbra Streisand (che aveva, nel tour precedente già ospitato Il Divo) dimostrando di saper reggere il palco anche con un'Artista solida e impeccabile come lei.


Insomma, Sanremo è finito, ci restano ora una manciata di dischi da ascoltare, sperando di trovarci qualche chicca che possa durare nel tempo, ma soprattutto buona musica fatta con criterio, intelligenza e cuore.



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