Elodie: un'anima in cammino che risplende di Violetto
L’ultima edizione di
Amici è stata davvero l’unico talent sensato della televisione italiana degli
ultimi anni. La scrematura iniziale è stata ardua, tanti erano i talenti
interessanti che si sono esibiti; ricordo Luca D’Arbenzio con le sue
spettacolari performance al piano e le sue cover dal sapore blues, Cristiano
Cosa e la sua follia distruttiva che però trovava sempre un senso lampante e
preciso nelle sue esibizioni, Chiara Grispo con la sua acerba ma ostinata delicatezza
che la caratterizzava in modo preciso – finché le hanno concesso di esibirla –
e Sergio Sylvestre, un ragazzone afro-americano con un timbro maturo e deciso,
ma con pochissima padronanza del suo strumento.
Fra
questi lampanti talenti, che facevano a gara per mettersi in mostra, un giorno
arriva una ragazza esile e strana, con i capelli grigi (è cosa nota che le
donne abbiano un rapporto conflittuale con i propri capelli) che sfodera un
fortissimo timbro black interpretando
una interessante, ma non eccelsa versione di Feeling Good.
Brava – penso – bella timbrica, usata in modo grossolano ma affinabile… ma con un
repertorio così non supererà mai i casting.
E invece,
quella ragazza che non finiva mai le frasi, spudoratamente timida tanto da
sembrare essere lì per caso, quella ragazza un po’ scostante, disillusa dalla
vita, tenera ma a tratti acidissima, sempre con la testa dentro il suo mondo,
potrebbe essere (anche se, per chi ha capito il suo talento, lei lo è già) la
vincitrice di Amici.
In
questi mesi di scuola ad Amici, Elodie ha fatto un percorso di vita e di
consapevolezza, sia tecnica che personale, davvero lampante; è rivelatore
confrontare il suo modo di parlare, e quello che dice adesso, con quello che
invece diceva mesi fa. La sua personalità è sbocciata, la sua voce si è
affinata e sgrossata; se prima esprimeva, anche cantando, insicurezza,
maschere, rabbia, paura, ora invece si sente che è più padrona di queste ed
altre emozioni. Sicuramente in questi mesi ha lavorato non solo per la tecnica
vocale, ma anche a livello psicologico (o molto probabilmente Olistico – come deve
aver fatto anche Emma Marrone in questi anni; non a caso il colore dei capelli
è cambiato da grigio-indefinito a rosa-violetto
che è il colore del settimo Chakra) e se fosse solo questo il merito di Amici e
di Maria De Filippi, sarebbe già davvero tanto. Ma non è solo questo.
Elodie
ha fatto un disco davvero bello.
Prodotto
da Emma Marrone, tutto composto da brani inediti (caso assolutamente atipico
per un talent, dove la prima uscita discografica cavalca sempre l’onda dell’entusiasmo
che le cover esibite in trasmissione hanno provocato nel pubblico), arrangiato e
pensato bene – sebbene nel breve tempo di gestazione. Questo album resterà una
delle pubblicazioni più interessanti di quest’anno, non solo per le canzoni o
per come sono cantate, ma anche per quello che rappresenta: il percorso di
rinascita di una ragazza insicura, diventata donna.
Si comincia
con Un’Altra Vita, il brano che
Fabrizio Moro le ha affidato, dove è già evidente la volontà di dire qualcosa
che vada oltre, considerando il doppio piano di esistenza su cui si esprime la
voce: prima esile, dolce, quasi eterea, poi – all’attacco della seconda strofa –
più forte e impetuosa (in modo, a volte poco controllato – soprattutto nelle
versioni live – ma efficace).
Per
passare poi a un altro brano di Fabrizio Moro: Giorni Spensierati; anche qui con un doppio registro interpretativo
Elodie esprime prima la dolcezza del ricordo di momenti felici (lievissimo quel
“ti ricordi” che chiude le strofe)
che cresce nella rabbia per la perdita di quei momenti. Molto particolare anche
l’arrangiamento, con quel voicing sul
finale che lascia straniati.
Sul brano
di Francesco Renga, invece, Due Anime Perse,
la voce è tutta più presente, più reale, a descrivere una situazione carnale,
fino a quel lieve “ricordati di me” sul finale che solleva il tutto su un piano
più profondo.
Le due
canzoni di Federica Abbate (un’autrice poco visibile che ha però scritto tantissime
canzoni di successo negli ultimi anni) sono forse quelle che più danno un’identità a Elodie e la caratterizzano in maniera programmatica; si parte da L’Imperfezione Della Vita, dove Elodie
sfodera una credibilità più che matura sia nell’interpretazione di quel
ritornello composto dalla stessa frase ripetuta più volte, sia per le strofe
dove l’intenzione cambia sempre per seguire la non facile melodia. Una canzone piena
di una densa, apparente leggerezza.
Per
arrivare poi a La Bellezza Del Mondo,
scritto con Federica Abbate da Cheope (autore anche della splendida Nessun
Grado Di Separazione), una bellissima rock-ballad con un testo intenso,
interpretata con ispirata intensità (molto efficace anche quel voicing sospirato sul finale).
Altri
autori illustri scrivono per Elodie, la prima è Emma Marrone, che firma Amore Avrai, una canzone che è già un
classico, e che le dà modo di sfoderare subito la sua voce nera, ricca di
venature soul; il secondo è Ermal Meta (un cantautore interessante, da seguire),
che le regala la sua personalissima Una
Strada Infinita, che la nostra interpreta con rispetto e delicatezza.
Ma il
gran finale è affidato alla penna di Federica Camba (autrice anch’essa
prolifica di successi e dal talento indiscutibile) che chiude questo disco con
la sua splendida Tutto Questo, che
suona un po’ (o almeno lo spero) come il manifesto programmatico per il secondo
album. Qui la strofa, apparentemente disunita, fatta di frasi musicalmente
spezzate, di flash che raccontano momenti anche difficili, interpretata con una
sorprendente maturità, sfocia nell’armonia sghemba di un ritornello dalla stranissima
melodia, ricco di blue-note, che però raccoglie dentro di sé (seguendo la
metafora dell’alternanza lunatica degli stati d’animo femminili) tutto e lo
tesse sapientemente seguendo la trama della vita che la nostra Elodie tinge di nuances rosa-violetto.
Insomma,
Elodie ci regala un album di debutto che racconta una precisa identità
musicale, quasi fosse di un cantautore, con un tessuto musicale che diventa
unico ma vario, passando per la sua voce e la sua ricchissima personalità
artistica.
Elodie
ha avuto la sua svolta, l’altra vita che implora nel suo primo singolo è
proprio questo passaggio ad una maggiore consapevolezza, a una più profonda
conoscenza di sé; l’unica strada per potersi davvero esprimere liberamente.
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