Mina compie 75 anni. Auguri (poveri e ignoranti) da Vespa.


Guardare una trasmissione Rai, soprattutto se prodotta negli ultimi anni, non è mai un esperienza piacevole; men che meno ritrovarsi in tarda serata a doversi sorbire l'infausto Porta A Porta (solo perché dedicato a Mina) con tanto di: ospiti al limite dell'imbarazzante che si sono esibiti in performance da dimenticare, un conduttore che definire viscido è un eufemismo, racconti infarciti di errori grossolani (che nessuno ha avuto la cultura per smentire), e un discutibile doppio servizio riguardante gli amori di Mina.
Già sulla carta ce n'è abbastanza per scoraggiare il più impavido degli ammiratori, ma, complice la tarda ora e la curiosità, non mi sono lasciato convincere neanche dal freddino che c'era in casa ad abbandonare il divano.

Per fortuna ogni tanto passavano qualche spezzone dalle gloriose trasmissioni degli anni '60, e lì la sofferenza era ripagata: l'abbagliante modernità di Mina in qualsiasi epoca, con qualunque outfit e in qualsivoglia canzone è ancora oggi sconcertante; mai un gesto fuori posto o che non fosse pertinente, dissacrante, musicalmente perfetto, mai una nota imprecisa, mai uno sguardo inappropriato; lei in televisione era la perfezione assoluta. Con la sola voce riempiva palcoscenici di pianto e risate (mi si consenta la citazione), accompagnata dal solo pianoforte creava l'arrangiamento modulando, caratterizzando, alleggerendo.
Mina accompagnata al pianoforte è l'assoluta perfezione.
Mina e l'orchestra è l'apoteosi, l'estasi, il sogno.
È sempre divertente, in questi filmati, osservare il contorno, l'inadeguatezza di ogni cosa o persona che la circondava era lampante, mentre lei sembrava appena uscita dalla macchina del tempo, un'aliena, una dea, un essere perfetto che si cala in una realtà corrotta, volgare, insignificante; le coriste di Senza Rete erano delle popolane casalinghe sciatte vicino a lei, i personaggi con cui interagiva la veneravano, sapendo di trovarsi di fronte a qualcosa di unico; gli studi, i microfoni, le telecamere, i registi, tutti impotenti di fronte a tanta Bellezza e perfezione, da restare attoniti a contemplare quello che stava accadendo davanti ai loro occhi senza avere la possibilità di immortalarlo nella sua essenza più profonda.
Anche le testimonianze di Leali e Britti hanno lasciato spazio all'immaginazione, essendo rimasti entrambi senza le parole adeguate (e troncati dall'insopportabile conduttore) a poter esprimere l'emozione vera che l'interagire con Mina aveva provocato in loro; entrambi balbettavano come bambini che raccontano il loro primo incontro con Babbo Natale, stupiti, increduli, abbagliati da tanta Luce e consapevoli di aver toccato il cielo con un dito per un momento lungo una canzone.

Purtroppo, però, la trasmissione è stata lunga e i filmati erano alternati agli interventi dei personaggi in studio (ogni volta che suonava quel maledetto campanello si risvegliava il terrore di chi altri potesse essere stato invitato in quel malsano circo di artistoidi); Paolo Limiti ha raccontato (male) i soliti tre aneddoti spacciandoli per inediti, Bartoletti, nelle improbabili vesti di storico e studioso, ha detto una nutrita serie di ovvietà contornate da superficiali imprecisioni, le due 'cantantine' hanno espresso -malamente- la loro sedicente venerazione, e l'orrifica Giacobini ha tentato di raccontare episodi legati all'ambiente delle riviste scandalistiche senza lasciar capire se avesse davvero qualcosa di concreto da dire... come è solito per i giornalisti.
Poi sono stati mandati due filmatini in cui si raccontavano gli amori di Mina... Non so chi sia la prestigiosa firma che li abbia scritti, ma la voce narrante sembrava conoscere ogni più recondito stato d'animo di Mina in ogni momento della sua vita, i perché e i percome avesse lasciato tizio o caio, i motivi del suo abbandono alle scene... che fosse una delle sue migliori amiche all'insaputa di tutti? Misteri della televisione generalista.
Ma la vera sorpresa è stato quel tal Mariotto che ha esordito con una frase intelligente, cercando -con parole semplici- di raccontare come Mina sappia rendere nuova ogni parola che esca dalla sua bocca, per finire dichiarando con veemenza, nel fatto di detestare la Mina che canta in inglese e in Napoletano, la sua pochezza d'animo, la sua grettezza, la sua inadeguatezza insulsa e la sua natura trash senza speranza.

Come dicevo prima, inesattezze a iosa: Il Cielo In Una Stanza è stata datata 1962, senza che nessuno dei presenti abbia avuto la cultura necessaria per correggere l'errore; Bartoletti ha ufficilamente dichiarato di non aver mai visto Mina a colori (evidentemente ha un televisore in bianco e nero a casa, o mentre passavano i filmati di Ancora Ancora Ancora, Colpa Mia, i Caroselli Tassoni, e il mitico Mina In Studio avrà approfittato per andare in bagno...); L'importante È Finire è diventata l'ultima apparizione di Mina in tv; e poi c'è stato l'equivoco sul quarantacinque giri E Se Domani/Brava (la cui storia discografica è un tantino più complessa della semplice disquisizione su quale fosse il lato A e il lato B).

Per non parlare delle esibizioni live in studio.

Infatti non ne parlerò, volevo solo far notare come ogni volta che un'altra cantante prova a fare una canzone già cantata da Mina, è sempre lì in agguato l'effetto Wilma De Angelis. Mi spiego: vi ricordate quel filmato in cui la De Angelis cantava Nessuno, mentre Mina si affilava le unghie annoiata... fino poi a cantare lei la sua dirompente versione distruggendo in un nanosecondo qualsiasi residua velleità artistica della povera Wilma? Bene, in quel filmato è scritta l'essenza profonda di Mina e la storia dei confronti con tutte le altre; non importa quanto giovani e moderne possano essere le altre cantanti, quanta distanza temporale possa esserci tra l'esecuzione di Mina e quella dell'altra, quanto l'arrangiamento possa essere diverso o simile, l'effetto finale di vecchiume surclassato è sempre a svantaggio della malcapitata 'altra', mentre Mina esce dal confronto sempre moderna, pulita, nuova, anzi rinnovata dall'interpretazione antiquata della stellina di turno.
Questa Serena Rossi (ma chi è questa qui?) ha anche cantato bene, indiscutibilmente ma, al confronto con Mina, sembrava la sua bisnonna in un impeto di restaurazione classicistica. Per non parlare di Oggi Sono Io e di quanta Luce, questa esecuzione live, sporca, strillata di Alex Britti abbia rimandato indietro sulla versione di Mina, sempre anni-luce avanti.
La Atzei l'ho skippata dopo pochissimo (per fortuna guardavo il programma registrato), ma non ha parlato di lezioni di canto? Bisogna necessariamente insegnare ai ragazzi che marinare la scuola non è una cosa che possa portar loro alcun tipo di vantaggio.

In chiusura Vespa annuncia un filmato più recente... e passano Sabato Sera con Mike, Tortora, Corrado e Baudo.
No comment.
Per tutte le due ore di trasmissione, non un filmato da Milleluci, non una parola sulla Mina di oggi, sui suoi geniali progetti discografici, sulla sua voce intatta, sulla imperitura intelligenza vocale, sugli arrangiamenti elettronici, sui dischi con Ferrio, sul rock, sul jazz, sugli inediti, sul fatto che una cantante settantacinquenne, con una gloriosa carriera alle spalle sia ancora in studio a cantare brani nuovi, a scegliere cover, a inventarsi per ogni nuova canzone un modo nuovo di cantare... in sintesi non una parola su Mina.
Bravo Vespa, proprio una bella trasmissione.

Se la Rai avesse avuto per il pubblico un milionesimo del rispetto che Mina ha per le persone che comprano i suoi dischi, non avrebbe mai lasciato che andasse in onda una trasmissione così povera sia di contenuti che di forma... ma pare che ormai ci siamo abituati anche a questo, e -sono sicuro- la discesa verso la morte del buongusto non è ancora finita.



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